Tra le turbolenze, nella Ue e nel Mediterraneo, e il rallentamento dei mercati emergenti, l’arredo italiano continua ad essere in simbiosi con l’export.
Il Forum del Legno Arredo, ieri a Milano, è stato l’occasione anche per fare il punto. Ragionando per quadranti geografici. Ma anche sollecitando il governo -presente il neo sottosegretario allo sviluppo economico, Ivan Scalfarotto- a proseguire a sostegno delle imprese all’estero ma anche a tutelare, in sede Ue, il <made in Italy>: stop alle sanzioni alla Russia, no alla Cina economia di mercato e tutela del <made in>.
Per l’arredo il primo bimestre 2016 -oscillante in molti comparti- è iniziato con un +4,5%, dopo che il 2015 è stato archiviato (oltre 24,5 miliardi il fatturato globale, di cui 12,5 dall’export) con un incremento medio sui mercati esteri del 24%. Determinanti -al netto della continua debacle della Russia che ha perso un altro 30%- le crescenti performance su Cina (+22%), Paesi del Golfo (+20%) e Usa (+16%). E se metà del fatturato si fa ancora nella vecchia Ue, incoraggia anche il dato europeo: +5% anche sui mercati tradizionali di Francia, Germania e Regno Unito. Con inattesi exploit positivi, come quello del Canada (+26%).
<L’Italia -rassicura Marco Fortis, direttore di Fondazione Edison- si conferma il 3° esportatore mondiale di arredo ed illuminotecnica, dietro a Cina e Germania. Ma è anche il 2° (dopo Berlino) con il miglior saldo commerciale>.
<Lavorerò in continuità metodologica con l’ex viceministro, ora titolare del Mise, Carlo Calenda -ha sottolineato il sottosegretario Scalfarono-: ascoltare e agire con provvedimenti mirati. Mentre la scelta di nominare Michele Scannavini alla guida dell’Ice risponde alla necessità di far fare all’ente un ulteriore salto di qualità: entrare in un rapporto consulenziale “one to one” con le imprese, oltre ad accelerare il proprio ruolo di supporto operativo nella tradizione di investimenti esteri in Italia>.
Impossibile non partire dal dato più eloquente. La Russia, scivolata dal 3° al 5° mercato di sbocco. Sanzioni, ma sopratutto rublo debole e caduta del prezzo al barile che determinavano il potere di acquisto della top-class. Ritmi medi di crescita del 10% tra 2011 e 2013. Poi, -11% nel 2014 e -27% l’anno scorso. <Questa estate -ricorda Scalfarono- saremo ospiti d’onore al Forum di San Pietroburgo. Ci muoviamo nel solco delle decisioni Ue. Ma lavoriamo per fare in modo che le cose cambino>
<Le sanzioni -ha detto Paolo Fantoni, presidente di Assopanelli- che colpiscono nostri interessi nazionali ma non sortiscono effetti geopolitici vanno riviste>.
Ma qui, forse come negli Emirati Arabi, al lusso va affiancata anche una maggiore diversificazione. Gamma medio-alta e media. Attenzione alla qualità ma anche al portafoglio.
La Russia, poi, non è solo Mosca. Cresce l’upper class nelle province orientali, ma bisogna saperle raggiungere. Infine, lavorare con i russi non significa lavorare per forza con la russia. <Con molti russi “expat” -spiega l’architetto Marco Piva- si lavora ormai a progetti su Londra, o Miami>.
Gli Stati Uniti “scaldano” i cuori degli imprenditori. L’export, qui, ha superato i livelli pre-crisi e ha polverizzato ogni precedente record. <Però bisogna saper fare sinergia -avverte Oscar Marinetti, fondatore Eataly- e andare oltre alle città della costa: New York, Miami e Los Angeles>.
<Ma gli Usa si conquistano anche con la tecnologia e i mobili “intelligenti” -spiega Giuliano Mosconi, presidente e ceo di Tecno (che è riuscito a vendere arredo per ufficio in Usa, un po’ come i frigoriferi in Lapponia)-. Oltre al fatto che la velocità di consegna spesso conta più del prodotto>.
In attesa del primo Salone del Mobile italiano a Shanghai, infine, sarà essenziale saper “raccontare” la forza dei nostri prodotti. Consapevoli che nelle provincie dell’ovest il Pil cresce molto più che sulla costa e ci sono decine di città fiorenti da 30 milioni di abitanti. La partita è tutta da giocare.
Laura Cavestri Il Sole24ORE Mercoledì 8 Giugno 2016 Forum Legno-arredo