LA PIAZZA E LA BOTTEGA
I centri delle città sono cambiati. Nelle grandi città gli spazi del centro sono occupati dai negozi
del lusso, con la loro immagine ripetuta e uguale in modo pianificato, accolgono turisti in cerca di
novità.
I centri delle città sono cambiati. Nelle grandi città gli spazi del centro sono occupati dai negozi
del lusso, con la loro immagine ripetuta e uguale in modo pianificato, accolgono turisti in cerca di
novità.
I centri storici stanno morendo.La piazza e la bottega, che sono stati gli elementi distintivi del nostro paese, hanno perso il loro ruolo di aggregatore di socialità e di saper fare.
La diversità è solo la prima lingua parlata, si è all’interno di una cultura identica per ogni capitale, si
è accolti riveriti nello stesso modo di Tokio, New York, Parigi, Milano.
Quando si entra nel punto vendita è come entrare in un diverso stato.
C’è lo stato di Gucci, di Prada, di Hermes, ecc con i loro prodotti con i loro riti con la loro
immagine.
É sicuramente un modello di successo in grande sviluppo in tutto il mondo.
Però non troviamo più tutta la diversità di un tempo, i consumi “funzionali” sono andati nei centri
commerciali, i servizi e le piccole produzioni legate agli artigiani nelle aree industriali, le
connessioni e le energie piano piano si stanno perdendo.
Tutto questo è ingigantito nelle piccole medie città dove non c’è l’appeal di consumo per le grandi
marche e dove il centro progressivamente si sta svuotando. Senza negozi e servizi non c’è
“attrazione” non c’è pubblico n’è incontro in sostanza non c’è energia .
Serve ripensare il centro di una piccola città, ridare a luoghi spesso abbandonati un nuovo
progetto, dove spazi diversi possono vivere in sinergia, dove possono coesistere diverse
merceologie anche di diversa qualità.
La forza è nel sistema ma anche nel singolo spazio dove deve essere riportato anche in maniera
nuova le competenze necessarie per assistere il cliente sia nell’acquisto che nella curiosità.
Il luogo e l’architettura non è indifferente perché deve permettere nelle diverse tipologie far vivere
l’esperienza di consumo e di servizio in modo coinvolgente e nuovo.
Serve ripensare alle merceologie dei prodotti con proposte che gratificano le possibilità delle
nostre produzioni, nel cibo, nella moda nel design ma soprattutto nell’approccio con il
consumatore che trova gli stimoli e le riposte alle sue esigenze.