Negli ultimi venti anni si è sviluppato dal nulla un nuovo fiorente settore: la gioielleria accessibile, ovvero una nuova gioielleria realizzata con materiali non preziosi e concepita per un utilizzo legato alle dinamiche del mondo dell’accessorio moda.
Questo nuovo settore, originario del Nord Europa ma poi sviluppatosi molto anche in Italia, è nato per fornire un nuovo prodotto-servizio al canale delle gioiellerie tradizionali che, progressivamente, vedevano ridurre le vendite dei materiali preziosi.
Questo drastico calo era dovuto sia alla crescita del prezzo dell’oro, divenuto bene rifugio dalle varie bolle finanziarie e dalla crisi economica, sia al cambiamento delle abitudini di acquisto (il gioiello, tipico regalo da cerimonia e anniversario, stava cedendo il posto ad altre categorie merceologiche).
Vi è inoltre da sottolineare che il canale delle gioiellerie in Italia è estremamente radicato nel territorio e conta globalmente fra i 10.000 e i 12.000 punti vendita; pertanto vi era un grande mercato che aspettava solamente soluzioni e risposte dai produttori.
Aspetto interessante fu che questa rivoluzione non fu apportata dai player tradizionali ma da nuovi attori o da imprese che precedentemente offrivano prodotti e servizi accessori al canale distributivo.
Italian Way, in particolare, ha accompagnato per molti anni la grande crescita di un’azienda che, partendo da follower e provenendo da un altro settore (produzione di cinturini), è riuscita in pochi anni a diventare uno dei leader del mercato italiano.
Questa azienda con grande lungimiranza ha capito subito le prospettive di crescita di questo nuovo mercato ed ha lanciato un nuovo marchio che, fin dall’inizio, ha strizzato l’occhio al target dei giovanissimi.
Coerentemente con questo target, l’azienda ha sempre mantenuto i prezzi al livello di mass market ed ha costruito una forte notorietà di marca attraverso importanti campagne di comunicazione, sponsorizzazioni, attività social e trunk-show.
Parallelamente l’azienda ha innovato i ritmi di innovazione del prodotto del settore riuscendo a presentare collezioni a cadenza trimestrale che andavano a placare la sete di ricerca di novità di prodotto tipica dei più giovani fashion-addicted.
Oltre a questo grande lavoro sul prodotto e sulla comunicazione, l’azienda è riuscita ad ottenere grandi risultati grazie ad un controllo ossessivo delle performance dei propri venditori, in termini di vendite, visite, mix collezioni e copertura del territorio. Questa intelligence commerciale ha permesso di selezionare le migliori vetrine del territorio (arrivate a regime a 2.500) e di impedire a nuovi player di spodestare la propria posizione di leadership.
Dopo aver raggiunto la distribuzione desiderata, l’azienda ha iniziato a lavorare sulla presenza in-store attraverso un sempre più evoluto materiale POP e la realizzazione di veri e propri corner all’interno dei punti vendita top. Per ottenere risultati di sell-out ancora migliori l’azienda ha poi affiancato alla squadra di vendita anche un team di visual merchandiser formati attraverso un’academy interna.
E’ stata un’esperienza bellissima poter affiancare un’impresa in un percorso così virtuoso.
L’ “italian way” non è solo il saper fare ma anche il saper innovare.